Il Palio di Ronciglione e la politica del non uso
GEAPRESS – A distanza di otto giorni dal tragico Palio di Ronciglione dove la cavalla Tiffany è morta infilzata in un tubolare metallico, le due più significative presenze nel Governo italiano in tema di difesa degli animali, fanno finalmente capolino con le loro dichiarazioni. Per il Ministro Brambilla la platea è quella di Domenica 5 dove, facendo giusto riferimento al danno d’immagine del nostro paese, ha proposto di vietare per sempre palii e tradizioni popolari che comportano il maltrattamento di animali. In Italia, pertanto, è ammessa l’esistenza di manifestazioni che comportano maltrattamenti. Un po’ più difficile, però, è stabilire quali sono. Il Ministro, infatti, auspica la ricognizione di tali eventi con il fine di verificare quali, tra questi, comportano maltrattamenti. Non l’uso, ma l’abuso, insomma.
Più o meno nelle stesse ore, anzi subito dopo, interviene sulla vicenda anche chi questo lavoro credeva, forse, di averlo già predisposto.
Il Sottosegretario alla Salute Francesca Martini (nella foto) ha annunciato per oggi una riunione al Ministero con l’Avvocatura dello Stato. Contrariamente a quanto sostenuto dai difensori del Palio che hanno sostanzialmente rigettato sul Ministero la responsabilità di quanto accaduto, il Sottosegretario, senza mezzi termini, dichiara che il Palio di Ronciglione si è corso contravvenendo “all’Ordinanza che ho emanato nel luglio 2009 allo scopo di tutelare l’incolumità pubblica e la salute e il benessere degli equidi“.
Una tesi, questa, che inchioderebbe sulle proprie responsabilità chi ha consentito lo svolgimento del Palio. In altri termini, chi ha organizzato, avrebbe dovuto sapere a cosa andava incontro, dal momento in cui addirittura il Ministero della Salute, aveva detto cosa era inidoneo a tutelare la salute dei cavalli. Vedremo, anzi, la Magistratura vedrà. Di sicuro, qualsiasi vicenda giudiziaria ne verrà fuori, nulla sarà condizionante il prossimo Palio che a Ronciglione hanno già annunciato di voler correre. Questo perché non esiste, ad oggi, in Italia un provvedimento che vieta queste manifestazioni le quali, anzi, tramite la legge contro i maltrattamenti di animali, vengono garantite. Ad essere tutelato, infatti, è il valore storico e non l’animale.
Purtroppo nella nota stampa diffusa ieri, il Sottosegretario conferma che la sua Ordinanza “riconosce il valore culturale e storico [le manifestazioni con uso di equidi] rendendole compatibili con i parametri di rispetto degli animali e le leggi vigenti, in grado quindi di garantire la sicurezza e l’incolumità degli animali e delle persone coinvolte in queste manifestazioni. Il Palio di Siena, ad esempio, considerato che non vi è stata opposizione alcuna, garantisce la sicurezza degli animali e nel caso accada qualcosa di grave, nulla potrà essere imputato agli organizzatori (sic!).
Quello che non quadra è il perché il Sottosegretario Martini in una Ordinanza del Ministero della Salute abbia inteso dover tutelare aspetti che sono del Ministero dei Beni Culturali (ovvero tradizioni e storicità) il quale, peraltro, sta in questi giorni vagliando la documentazione per il riconoscimento di alcuni Palii e Giostre quali Patrimonio Immateriale dell’Umanità sancito dall’UNESCO. Fatto, questo, che li farebbe entrare per sempre nell’olimpo dell’immortalità. Peccato che questa stessa impostazione, ovvero la difesa del valore storico, sia eccezionalmente funzionale ad avvalorare l’auto esclusione della legge contro i maltrattamenti di animali dal campo di applicazione di palii e manifestazioni simili. Niente più abusi, e chi lo dirà sarà pure teoricamente perseguibile.
Un vero e proprio sballo di feste ed uno stato alterato, a nostro avviso, del concetto di legalità funzionale allo stupefacente uso degli animali che, se crepati nel rispetto ministeriale, molto semplicemente non saranno (come già lo sono) considerati. E poi critichiamo la Spagna per la corrida, storica, turistica e soprattutto (sic!) legale. Almeno, in quel caso, la legge dice che il toro indubbiamente finirà ucciso. Da noi, invece, punteremo la legalità (ed i cavalli) in fronte alla roulette russa.
© Copyright GeaPress – Tutti i diritti riservati
E’ ora di finirla con i maltrattamenti legalizzati
Ai non-umani viene negata la sensibilità,tuttavia nessuno può ritenerla irreale.
Certe cosidette ‘tradizioni’ in cui gli animali vengono cmq usati,sfruttati,abusati mortificati e spesso uccisi sono lo specchio dell”ignoranza umana.
L’uomo non riesce neanche a divertirsi se non sfrutta,divora,umilia qualc’un altro.
E’ orribile.
..ma quale valore storico e culturale…
no..la differenza c è ..la corrida è tortura e uccisione del SEMPRE,nei palii la morte o gli infortuni dei cavalli avvengono ”TROPPO SPESSO”.. Ma poi non sarà abolita in catalogna la corrida ?
La corrida non avrà più luogo in Catalogna a partire dal 2012, ma già adesso è bella che morta e finita in quella regione. Nel resto della Spagna il discorso è diverso, come ancora diverso è in America Latina, ma resta una tradizione profondamente in crisi checché ne dicano gli ipocriti sadici che la difendono. Se non fosse per le enormi sovvenzioni governative e il flusso dei turisti (soprattutto italiani… bè, la nostra intelligenza è nota) le arene sarebbero già quasi tutte chiuse. E questo l’ho sentito dire spesso proprio da degli “estimatori”, non si tratta quindi di una mia teoria da animalista. In ogni caso non è solo la corrida il problema, quanto l’ossessione assassina che quel popolo nutre nei confronti dei bovini, la corrida è infatti la faccia “culturalmente accettabile” della coltura taurina spagnola, ma esistono centinaia di feste popolari in cui i tori sono le vittime sacrificali prescelte e subiscono torture, inflitte da orde di cittadini comuni che si abbandonano come impazziti ed armati di lance e coltelli ad una scomposta e inspiegabile sete di sangue, anche peggiori di quelle che gli vengono inflitte nell’arena purtroppo. Ci vorrebbe una bella terapia psichiatrica di massa. O una disinfestazione… dipende dai punti di vista.
Pardon, errata corrige: cUltura taurina e non coltura ^^;